Superbonus 110% verso la proroga ma non per tutti

L’Italia è un Paese in continua emergenza e non stupisce che, nonostante le dichiarazioni del Governo, comincino a spuntare emendamenti ai disegni di legge di conversione dei Decreti Legge in discussione in Parlamento, che chiedono una proroga dei termini per l’utilizzo delle detrazioni fiscali del 110% (superbonus 110%) di cui all’art. 119 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio).

La proroga tra necessità e prese di posizione

Non è un mistero che l’attuale Governo voglia arrivare al più presto alla fine di queste misure fiscali. Fatta esclusione per la proroga riservata ai territori alluvionati con il Decreto-Legge 1 giugno 2023, n.61 (Decreto Alluvioni) convertito con modificazioni dalla Legge 31 luglio 2023, n. 100, e quella per le unifamiliari inserita nel Decreto Legge 10 agosto 2023, n. 104 (Decreto Asset) convertito con modificazioni dalla Legge 9 ottobre 2023, n. 136, il partito di maggioranza ha sempre escluso qualsiasi nuova possibilità di estendere ulteriormente l’orizzonte temporale del superbonus 110%.

I dati Enea aggiornati al 31 ottobre 2023 hanno registrato oltre 92 miliardi di investimenti ammessi a detrazione. Troppi per il Ministro dell’Economia e delle Finanza Giancarlo Giorgetti che, proprio per questo, ha sempre parlato di superbonus come una “colpa” o un “disastro economico”.

Ma, numeri a parte, non vi è dubbio che la schizofrenia normativa dell’ultimo biennio sia stata la causa principale delle problematiche vissute da cittadini e imprese, rimasti invischiati nel blocco della cessione dei crediti edilizie e, quindi, nella sospensione dei cantieri. A meno che Governo e Parlamento non vogliano far fronte ad un dramma sociale ed economico ben più grande, è ormai chiaro che la proroga per l’utilizzo del superbonus con aliquota al 110% si dovrà fare.

Le scadenza per il superbonus e le possibilità di proroga

L’attuale quadro normativo prevede, infatti, che al 31 dicembre 2023 terminerà completamente il superbonus 90/110% per le unifamiliari, mentre per i condomini e gli edifici da 2 a 4 unità immobiliari e unico proprietario, le spese sostenute nel 2024 potranno essere portate in detrazione al 70%, per poi diminuire al 65% nel 2025.

Al momento all’esame del Parlamento ci sono 3 importanti provvedimenti:

  • il disegno di legge di Bilancio per il 2024;
  • il disegno di legge di conversione del Decreto-Legge 29 settembre 2023, n. 132 (Decreto Proroghe), in scadenza il 28 novembre;
  • il disegno di legge di conversione del Decreto-Legge 18 ottobre 2023, n. 145 (Decreto Anticipi), in scadenza il 17 dicembre.

L’ideale sarebbe stato prorogare il bonus 110% all’interno del Decreto Asset (già convertito) o del Decreto Proroghe (anche per uniformità normativa). Purtroppo, però, tutti gli emendamenti presentati dalle forze di opposizione al Decreto Proroghe sono già stati respinti o ritirati. Come quello del Partito Democratico che prevedeva l’inserimento dell’art. 1-bis con una proroga al 30 giugno 2024 per i condomini arrivati al 30% dell’intervento complessivo entro il 31 dicembre 2023. Ecco il testo dell’emendamento respinto: Per gli interventi effettuati dai condomini e dalle persone fisiche di cui al comma 9, lettera a) dell’articolo 119, del decreto-legge 19 maggio 2020, n.34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, compresi quelli effettuati dalle persone fisiche sulle singole unità immobiliari all’interno dello stesso condominio o dello stesso edificio, laddove ricorrano le condizioni previste dall’articolo 2, comma 2, del decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11, convertito con modificazioni dalla legge 11 aprile 2023, n. 38, la detrazione continua ad operare per le spese sostenute sino al 30 giugno 2024, nella percentuale spettante al 31 dicembre 2023, a condizione che, alla medesima data del 31 dicembre 2023, siano stati effettuati lavori per almeno il 30 per cento dell’intervento complessivo.

La proroga nel Decreto Anticipi?

Ma, mentre le possibilità di proroga nel Decreto Proroghe sono ormai pressoché nulle, diversa è la situazione del Decreto Anticipi. È all’esame del Senato un emendamento presentato da Forza Italia (partito che fa parte delle forze di maggioranza) che chiede la proroga per il bonus 110% al 30 giugno 2024 per gli interventi effettuati dai condomini e dalle persone fisiche di cui all’articolo 119 comma 9, lettera a), Decreto Rilancio, compresi quelli effettuati dalle persone fisiche sulle singole unità immobiliari all’interno dello stesso condominio o dello stesso edificio. Proroga condizionata:

  • alle condizioni previste dall’articolo 2, comma 2, del decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11 (Decreto Cessioni);
  • al completamento del 60% dell’intervento complessivo entro il 31 dicembre 2023.

Sostanzialmente stiamo parlando dei condomini che entro il 16 febbraio 2023 hanno già adottato la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori e presentato la CILAS (solo CILAS per gli edifici da 2 a 4 u.i. e unico proprietario) e che entro il 31 dicembre 2023 hanno completato il 60% dei lavori complessivi.

Nessuna nuova proroga per le unifamiliari che al momento possono utilizzare fino al 31 dicembre 2023:

  • il superbonus 90% con le condizioni previste dall’art. 119, comma 8-bis del Decreto Rilancio (“Per gli interventi avviati a partire dal 1° gennaio 2023 su unità immobiliari dalle persone fisiche di cui al comma 9, lettera b), la detrazione spetta nella misura del 90 per cento anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023, a condizione che il contribuente sia titolare di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’unità immobiliare, che la stessa unità immobiliare sia adibita ad abitazione principale e che il contribuente abbia un reddito di riferimento, determinato ai sensi del comma 8 -bis.1, non superiore a 15.000 euro“);
  • il superbonus 110% a condizione che al 30 settembre 2022 abbiano già completato il 30% dell’intervento complessivo.

Stupisce, ancora una volta, che se la proroga ci sarà arriverà quasi al gong finale della scadenza (il 31 dicembre 2023). Un modo come un altro per confermare quanto lontano siano Governo e Parlamento dalle normali e naturali esigenze del comparto delle costruzioni, sempre più vittima di scelte scellerate e modifiche altrettanto nefaste.

 

lavoripubblici

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