Ad oggi ci sono delle novità. La prima è che le stazioni appaltanti, negli affidamenti ed esecuzione di lavori, servizi e forniture sotto soglia comunitaria, dovranno aggiungere obbligatoriamente le cosiddette «clausole sociali» per l’occupazione, cioè quelle clausole che, secondo l’art. 50 del Codice dei contratti pubblici, mirano a incentivare la stabilità occupazionale del personale impiegato.

Un’altra novità riguarda il fatto che viene anullata la norma che dava la possibilità anche ai piccoli comuni (con meno di 20 mila abitanti) di usufruire del meccanismo dello scambio sul posto cosiddetto «altrove» per la produzione di energia elettrica. Nel caso di contratti di rendimento energetico o di prestazione energetica (Epc) di partenariato pubblico/privato, gli incassi di gestione dell’operatore economico, potranno essere stabiliti ed emessi in funzione del livello di perfezionamento dell’efficienza energetica o di altri metodi di prestazione energetica stabiliti contrattualmente a patto che siano valutabili in relazione ai consumi.

Inoltre, anche nell’ambito dell’intermediazione finanziaria, saranno considerate piccole e medie imprese, emittenti azioni quotate, quelle che hanno un valore di mercato inferiore ai 500 milioni di euro (stop al requisito del fatturato sotto i 300 milioni di euro, anche anteriore all’ammissione alla negoziazione delle proprie azioni).

Anche per quanto concerne le deroghe appalti ci sono delle novità, cioè nell’ambito delle deroghe al Codice appalti rientreranno anche gli interventi funzionali alla realizzazione del Pniec, ovvero il Piano nazionale energia e clima.

Di.Sa crede che queste novità, ed altre che ci sono e sicuramente ci saranno, potranno portare dei miglioramenti.

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