Decreto Fiscale, costruttori: ‘grave sottrazione di liquidità’. “Un ulteriore aggravio burocratico e un pesante drenaggio di risorse ai danni delle imprese quello previsto dal decreto fiscale”. È la denuncia lanciata in modo unitario dalle sigle imprenditoriali, artigiane e le cooperative del settore delle costruzioni (Ance; Anaepa Confartigianato edilizia; Confapi Aniem; Alleanza delle cooperative italiane – Produzione, Lavoro, Servizi; Assistal; Casartigiani; Claai; Cna costruzioni; Assoimmobiliare).

A finire sotto accusa è stato l’articolo 4 del Decreto Fiscale, di cui i costruttori hanno chiesto il ritiro.Come spiegato dalla relazione illustrativa del Decreto Fiscale, nel corso delle attività di controllo è stato spesso rilevato che, in caso di assegnazione di appalti pubblici o privati a soggetti scarsamente patrimonializzati, gli stessi utilizzano come modalità per comprimere il prezzo offerto, la sistematica omissione dei versamenti dovuti per le ritenute di lavoro dipendente o assimilato.

La modifica normativa proposta dal Decreto Fiscale, continua la relazione, è volta a tutelare l’erario nei confronti dell’omesso versamento introducendo un meccanismo che circostanzi le responsabilità del committente, limitandole a quelle derivanti dall’omesso o tardivo versamento delle ritenute fiscali effettivamente subite dal lavoratore e garantendo che la provvista per il versamento delle stesse venga messa a disposizione dal datore di lavoro, ovvero possa essere rinvenuta nei corrispettivi dovuti già dovuti dal committente all’impresa affidataria del lavoro.La misura prevede, lamentano i costruttori con una nota, che, in tutti i casi in cui un committente affidi a un’impresa l’esecuzione di un’opera, il versamento delle ritenute fiscali per i lavoratori impiegati in quell’appalto venga effettuato direttamente dal committente stesso, a cui l’appaltatore o subappaltatore deve anticipare le somme.

In tal modo, si legge, si chiede alle imprese di sottrarre propria liquidità senza peraltro poter utilizzare la compensazione con i rispettivi crediti fiscali. Ancora una volta, quindi, per combattere l’evasione fiscale si scelgono strumenti che mettono a rischio il fragile equilibrio finanziario delle imprese, già pesantemente danneggiate dall’introduzione dello split payment. Senza considerare che il meccanismo disegnato dalla norma costituisce un capolavoro di complicazione burocratica nella gestione amministrativa dell’appalto, mettendo così a rischio l’esecuzione dell’intera opera.

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