Per dribblare gli obblighi del reverse charge appalti bisognerà superare l’esame del Durf (Documento unico di regolarità fiscale) al primo appello o non ci sarà il tempo materiale per ottenere il nuovo certificato unico di regolarità fiscale entro il 17 febbraio. Entro tale data infatti, con il versamento delle ritenute sui salari di gennaio, scatteranno per la prima volta, gli obblighi previsti dalla nuova disciplina del c.d. reverse charge sugli appalti (di cui all’articolo 4 del dl 124/2019) che impongono, ai committenti sottoscrittori di contratti di appalto superiori a 200 mila euro, di richiedere alle imprese appaltatrici e subappaltatrici, una serie di documenti attestanti il regolare versamento delle ritenute fiscali dei dipendenti impiegati nell’esecuzione dell’opera o del servizio.

Solo con ottenimento e la consegna del Durf al committente, come disposto dal comma 5 dell’articolo 17-bis del dlgs n. 241 del 1997 le imprese appaltatrici e subappaltatrici hanno la possibilità di dribblare gli onerosi obblighi previsti da reverse appalti.

Di.Sa precisa che il Durf verrà rilasciato solo alle imprese che risultino in attività da almeno tre anni, in regola con gli obblighi dichiarativi e che abbiano eseguito nel corso dei periodi d’imposta, cui si riferiscono le dichiarazioni dei redditi presentate nell’ ultimo triennio, complessivi versamenti per un importo non inferiore al 10% dell’ammontare dei ricavi o compensi risultanti dalle dichiarazioni medesime. Inoltre le imprese non devono avere iscrizioni a ruolo o accertamenti esecutivi o avvisi di addebito relativi alle imposte sui redditi, all’imposta regionale sulle attività produttive, alle ritenute e ai contributi previdenziali per importi superiori ad euro 50 mila, per i quali i termini di pagamento siano scaduti e siano ancora dovuti pagamenti o non siano in essere provvedimenti di sospensione (o non siano stati rateizzati).

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