È legittima la sospensione della qualificazione di un operatore da parte di una Stazione appaltante che venga a conoscenza di indagini in corso, tanto più se legate a turbative d’asta e di gare pubbliche.

Sulla base di questi presupposti, il TAR Lazio, con la sentenza n. 3999/2023, ha respinto il ricorso proposto da un operatore, sospeso dal sistema di qualificazione di una SA venuta a conoscenza di un decreto di perquisizione nell’ambito di un’indagine che la vedeva coinvolta insieme ad altre imprese, sulla conclusione di un accordo per la spartizione di lotti.

La Stazione Appaltante ha adottato il provvedimento di sospensione dell’efficacia della qualificazione applicando quanto previsto dal proprio Disciplinare in caso di atti e/o comportamenti violanti il Codice Etico e tali da pregiudicare l’integrità e affidabilità dell’operatore economico e ledere gravemente il rapporto fiduciario.

Secondo il TAR, il provvedimento di sospensione è legittimo perché basato sulle risultanze di indagini penali svolte dall’autorità giudiziaria e di un decreto di perquisizione, che hanno fatto emergere circostanze idonee ad arrecare una grave lesione del rapporto fiduciario.

Di.sa. ribadisce che la posizione in qualche modo privilegiata dei soggetti qualificati, che legittimamente si sottraggono ad un confronto generalizzato con qualsiasi altro concorrente non qualificato, viene controbilanciata dal necessario possesso di elevati standard qualitativi indispensabili a garantire la permanenza di un vincolo di piena fiducia tra il suddetto operatore e la Stazione appaltante che tale sistema di qualificazione ha istituito e governa.

Share This