Blocco crediti edilizi: chieste nuove proroghe per il Superbonus

Se ne parla sempre meno e non perché il problema sia stato risolto. Il blocco della cessione dei crediti edilizi è una problematica che da gennaio 2022 (ed in particolare dal successivo mese di novembre quando ha chiuso agli acquisti anche Poste Italiane) sta mettendo in ginocchio imprese, professionisti e contribuenti, senza che nessuno sia riuscito a trovare soluzioni definitive.

Il blocco della cessione

Dal 27 gennaio 2022 con l’ormai noto Decreto Legge n. 4/2022 (Decreto Sostegni-ter), quando il meccanismo di cessione di cui all’art. 121 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) è stato stravolto per la prima volta, si sono succeduti 16 provvedimenti normativi (5 dell’attuale Governo Meloni) che non sono riusciti a bloccare i crediti di chi ha avviato un intervento di superbonus senza avere capacità economica e/o capienza fiscale.

Un problema di cui ad oggi non si conosce l’esatta dimensione (le ultime stime parlano di 30 miliardi di crediti incagliati ma potrebbero essere molti di più) ma sul quale sono evidenti le conseguenze nei confronti delle imprese e dei professionisti che non riescono a monetizzare i SAL e, quindi, a continuare le lavorazioni che sono state sospese, e dei contribuenti rimasti fuori casa.

Gli Esodati del Superbonus

Tra disperazione e affanni c’è chi ancora oggi non sembra aver perso le speranze continuando la battaglia nei confronti delle istituzioni (sempre più sorde e mute). Da quattro giorni gli Esodati del Superbonus presidiano ad oltranza sotto la sede del Ministero dell’Economia e Finanze per chiedere una soluzione del blocco della cessione dei crediti. Un gruppo di attivisti che si da il cambio a rotazione, giorno dopo giorno, portando con striscioni, bandiere e volantini informativi per sensibilizzare sia il Palazzo che l’intera opinione pubblica.

Anche oggi dalle ore 14 alle 17 gli Esodati del Superbonus saranno presenti a Roma sotto il Palazzo del MEF nella speranza di essere ascoltati dopo mesi di lettere al Governo, ai parlamentari, al Ministro, ai sottosegretari e ai dirigenti del MEF.

Il legittimo affidamento

Il punto su cui battono gli Esodati del Superbonus è il legittimo affidamento verso una legge dello Stato che è stata modificata in corsa quando gli accordi erano già stati presi e i cantieri avviati.

Ricordiamo, infatti, che un cantiere di superbonus necessita, oltre che di ingenti risorse economiche, anche del tempo necessario per le pratiche edilizie, la progettazione, l’acquisto dei materiali, l’esecuzione dei lavori e tutto l’iter per le asseverazioni e attestazioni. Tempistiche non compatibili con le modifiche apportate al testo normativo mediante provvedimenti d’urgenza che non hanno solo stravolto le regole in corsa ma anche sfiduciato tutti gli attori che avrebbero dovuto far funzionare la misura.

Come sottolineato dagli Esodati del Superbonus, una moltitudine di persone perderanno i crediti del 2023 (spese del 2022 asseverate e con visto di conformità) senza neanche aver potuto presentare la richiesta di cessione agli istituti di credito.

Vanno salvati tutti gli Esodati, la maggior parte non ha potuto presentare domanda nel 2022 a banche e Poste poiché da almeno un anno non accettano più nuove domande di cessione! – incalzano gli Esodati – Le pratiche per la cessione richiedono alcuni mesi per essere istruite e la scadenza per cedere i crediti del 2022 è il 30 novembre 2023. Senza cessione si perdono le 4 annualità, le spese potranno solo essere portate in detrazione su 10 annualità a partire dal 2024, con 1 anno di ritardo, ma in tal caso molti non avrebbero la liquidità per proseguire i lavori e comunque pochissimi avrebbero sufficiente capienza fiscale per poter recuperare tutto il credito“.

Le richieste al Governo

Considerato che ad oggi, nonostante il Decreto Legge n. 11/2023 (Decreto Cessioni) e la sua legge di conversione, il sistema non risulta essersi ancora sbloccato, gli Esodati hanno chiesto al Governo nuove proroghe per l’utilizzo del Superbonus:

  • al 31 dicembre 2023 per le unifamiliari che al 30 settembre 2022 avevano completato il 30% dell’intervento complessivo (la cui scadenza è ad oggi al 30 settembre 2022);
  • al 30 giugno 2024 per i condomini (la cui scadenza per il superbonus 90/110% è prevista per il 31 dicembre 2023).

Proroghe che dovranno (chiaramente) essere accompagnate da un adeguato piano di rientro che possa salvare 2 milioni di famiglie coinvolte nella mancata cessione dei crediti.

 

lavoripubblici

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