Superbonus, il Governo dice no alle proroghe ma cerca soluzioni per la cessione dei crediti

Il Governo sbarra la strada alla proroga del Superbonus, ma cerca soluzioni per sbloccare la cessione dei crediti.

Le dichiarazioni rilasciate ieri sera dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, gelano coloro i quali attendevano uno slittamento dei termini per la presentazione delle Cilas.

Superbonus, no alla proroga

“Non proroghiamo – ha spiegato Fazzolari – non è quello il problema”.

“110% o 90% cambia che l’inquilino che deve fare 10mila euro di lavori prima non pagava niente e ora deve pagare 1000 euro, ma per chi è in difficoltà interveniamo con un apposito fondo”.

Sembrano quindi sfumare le speranze di quanti attendevano una riapertura dei termini per la presentazione delle CILAS relative ai lavori in condominio.

Nei giorni scorsi il Governo si era detto disponibile a rivedere la scadenza del 25 novembre e ieri, sulla base di questa apertura, sono stati depositati in Commissione Bilancio del Senato emendamenti al ddl “Aiuti-quater” che propongono di fissare i termini per le CILAS a 15 giorni dall’entrata in vigore delle legge o al 31 gennaio 2023.

Le dichiarazioni di Fazzolari cambiano invece lo scenario. Se questo orientamento sarà confermato, i condomìni che non hanno fatto in tempo a presentare la CILAS entro il 25 novembre 2022 potranno ottenere il Superbonus al 90%.

Superbonus, si cerca soluzione per sbloccare la cessione dei crediti

Anzichè concentrarsi sulle proroghe, per il Governo la priorità è il problema dei crediti bloccati nei cassetti fiscali.

Secondo Fazzolari, “si confondono i due temi che sono diversi”. “Dobbiamo trovare un meccanismo per cui le banche possano prendersi questi crediti senza mandare all’aria i conti pubblici. Vale 60 miliardi, non può pagare lo Stato”.

Alcune proposte arrivano dagli emendamenti segnalati al ddl “Aiuti-quater”, in base ai quali la diligenza dei soggetti che acquistano i crediti dovrebbe essere sempre dimostrata nel caso in cui, prima dell’acquisto, non abbiano avuto alcun ruolo nell’origine o nella fruizione dei crediti.

Una misura del genere potrebbe in parte smuovere la situazione. Al momento, lo ricordiamo, i potenziali acquirenti dei crediti di imposta sono scoraggiati dal rischio che il credito si riveli falso e che l’autorità giudiziaria disponga il suo sequestro.
edilportale

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